
Arte, storia e creatività
Dal 1873
Creatività, arte, storia e tradizioni. Il Carnevale di Viareggio da quasi 150 anni anni è patrimonio culturale, celebre in Italia e nel mondo. Con le loro indiscusse capacità artistiche e artigianali i maestri della cartapesta, hanno raccontato e raccontano la nostra contemporaneità, riletta con gli occhi della satira. Le opere allegoriche, tra le più grandi al mondo, sono veri e propri teatri viaggianti. Ogni anno sfilano sul Lungomare di Viareggio stupiscono il pubblico per dimensioni, spettacolarità e coinvolgimento. I professionisti della creatività sono impegnati tutto l’anno nella progettazione e realizzazione dei giganti di cartapesta. In molti casi si tratta di figli d'arte che hanno ereditato da padri e nonni le abilità e i segreti di un mestiere unico al mondo.
Sui Viali a Mare sfilano in ogni edizione, in concorso:
9 carri di prima categoria
4 carro di seconda categoria
9 mascherate in gruppo
10 maschere isolate
La storia ultracentenaria del Carnevale a Viareggio ha inizio il giorno di Martedì Grasso del 1873. Secondo la tradizione attorno ai tavoli del caffè del Casinò, tra i giovani benestanti che si ritrovavano in quel luogo di aggregazione della Viareggio d’allora sbocciò l’idea di una sfilata di carrozze per festeggiare il Carnevale, all’aperto, fra la gente, un po’ come si faceva nelle città italiane e toscane in particolar modo. A Lucca si ha testimonianza del Carnevale in sfilata fino al 1872. Nella Firenze Capitale del Regno d’Italia si usava la cartapesta per piccoli carri allegorici fino al 1869. Il successo e la partecipazione a quella prima sfilata lungo la via principale di Viareggio (via Regia) furono notevoli. Sul finire del secolo, comparvero i carri trionfali, costruiti in legno, scagliola e juta, modellati da scultori e messi insieme da carpentieri e fabbri che, in Darsena, sugli scali dei cantieri navali, sapevano creare straordinarie imbarcazioni. La prima guerra mondiale sembrò distruggere, insieme alla belle époque in Europa, anche il Carnevale di Viareggio, che invece rifiorì, più splendido e più grandioso che mai, nel 1921. Le costruzioni allegoriche non sfilavano più nel centro cittadino, ma sui Viali a mare, in estate ritrovo della mondanità nazionale e internazionale, godendo di un palcoscenico più prestigioso, in cui poter crescere di volume, diventando oggi i carri più grandi del mondo. Nel 1925 il pittore Antonio D’Arliano inventò la tecnica della carta a calco, che da allora ha consentito costruzioni colossali e leggere, all’interno delle quali inserire i meccanismi per i movimenti manuali. Il tutto con materiali poveri come la carta di giornale e la colla fatta di acqua e farina. Nel 1930 Uberto Bonetti, pittore futurista viareggino, ideò Burlamacco: la maschera simbolo di Viareggio, che, nel manifesto del 1931, apparve in compagnia di Ondina, bagnante simbolo della stagione estiva. Fin dall’inizio (1954) la neonata Rai prima, e l’Eurovisione (1958) poi, hanno seguito la manifestazione, trasmettendo, via etere immagini dei Corsi Mascherati.
Negli anni la fama della manifestazione è cresciuta e la maestria dei “maghi della cartapesta” conosciuta in tutto il mondo. Sono stati chiamati a realizzare carri e sculture in Australia, Venezuela, Stati Uniti e di recente anche in Cina, Nicaragua, Messico e Argentina.
Nel 2001 è stata inaugurata la Cittadella del Carnevale, straordinario complesso architettonico caratterizzato da sedici hangar e un’arena per gli spettacoli. Nel 2018 è stato avviato un nuovo progetto culturale per la Cittadella, per renderla ancora più il luogo straordinario per la conservazione e il futuro del patrimonio storico, artistico e culturale che è il Carnevale di Viareggio. Qui è stato aperto il Museo che racconta la storia del mondo alla rovescia e dell’arte della cartapesta e che nel 2019 ha accolto oltre 25mila visitatori.