Grand Carnevale tour

La mostra

Una “festa che il popolo offre a se stesso”. E’ il Carnevale che Goethe racconta in “Viaggio in Italia”, descrivendo i festeggiamenti a Roma in cui “tutti hanno il permesso di essere pazzi e folli come gli piace”. Era il 1788 e lo scrittore sintetizzava così nei suoi scritti di viaggio l’euforia e la sfrenatezza di una festa che catturava la curiosità di viaggiatori da tutta Europa. Melville racconta con altrettanto stupore il Carnevale del 1857 a Napoli.

 

Il Carnevale di Viareggio dedica al viaggio questo percorso espositivo per narrare quel bagaglio di scoperte ed emozioni che da sempre caratterizza questo tipo di esperienza. Un Grand Tour che nella contemporaneità post pandemia si riscopre e si ridisegna con nuove prospettive e aspettative, diventando più slow, e più dedicato ai territori alle loro peculiarità. Il Carnevale può essere una eccezionale occasione di viaggio. 

 

Il Gran Tour viene da lontano. Già dal Quattrocento prima con l’Umanesimo, poi con il Rinascimento si scopre una nuova centralità dell’individuo che vede nell’arte, nella cultura e nella scienza i fondamenti della formazione. Il viaggio da “spirituale” diventa di formazione e le mete si spostano: dai luoghi sacri alle città dell’Europa centrale e meridionale. Nasce in Gran Bretagna la moda del Grand Tour per formare i giovani aristocratici ad essere cittadini del mondo. Nell’immaginario collettivo l’Italia è una meta obbligata, le sue città sono viste come grandi officine artistiche e culturali. Nel Settecento accanto al viaggio di formazione si scopre un Grand Tour più “turistico”; si cercano ambiente e paesaggi naturalistici suggestivi, ma anche aspetti più ludici. Nell’Ottocento il viaggio diventa più facile grazie alla diffusione della ferrovia e delle imbarcazioni a vapore. A viaggiare sono uomini tra i 30 e i 40 anni, scrittori, filosofi, poeti.

 

Diari, memorie, guide, appunti, lettere sono tracce ancora oggi di esperienze e conoscenze del Grand Tour del passato. Tra le firme più rappresentative: Bacon, Goethe, Byron, Twain e Shelley di cui ricorrono i 200 anni dalla morte e il cui corpo fu cremato sulla spiaggia di Viareggio, dopo il naufragio dell’imbarcazione su cui viaggiava.

 

Il Carnevale di Viareggio, oggi, è una straordinaria occasione di viaggio, approfondimento e condivisione di storie e tradizioni. La chiave di lettura è molteplice. Con le loro opere gli artisti di Viareggio hanno raccontato il viaggio attraverso linguaggi allegorici, stimolando fantasia e creatività per descrivere posti esotici, viaggi fantastici, metafisici, utopici e distopici, catartici, viaggi nella storia e nella realtà contemporanea. Viaggi dei popoli tra disperazione e speranza.

Nella mostra allestita presso le sale della Galleria d'Arte Modernia e Contemporanea "Lorenzo Viani" di Viareggio il percorso espositivo è una narrazione dei carri allegorici a tema viaggio.